sabato 10 marzo 2012

ROSSI, I NO AL CARBONE E GLI AMBIENTALISTI BRINDISINI A SERVIZIO DELLE LOBBY DEL GAS

Rossi e i No al Carbone (oggi Brindisi Bene Comune ieri Brindisi no a tutto) in questi anni hanno strumentalizzato le vicende legate alla produzione energetica brindisina chiudendo tutti e due gli occhi sui reali problemi della città. Ora, come avevamo preannunciato tempo fa, stanno provando a buttarsi in politica facendosi rappresentanti (indiretti?) di interessi propri e di gruppi di interesse. Diversamente in questi anni avrebbero scelto di chiamarsi “No all’olio di Palma”, “No al Farmaceutico”, “No al Petrolchimico”, “No all’amianto di SBITRI”, “No al fotovoltaico selvaggio”, “No alle discariche selvagge”.
Invece NO. La quasi totalità dei loro interventi riguarda la contrarietà alla produzione energetica da carbone.
Questi personaggi, di un problema enormemente complesso e strategico come la politica energetica non capiscono nulla e ne danno prova continua. Sulla stampa locale parlano ancora di conversione a gas della centrale Enel Federico II e di chiusura della centrale Edipower.
La politica energetica italiana compete al governo nazionale. Ciò vuol dire che questi signori, cercando di spaventare i brindisini, aprono bocca solo alla ricerca di consensi annunciando azioni delle quali non hanno titolarità e competenza. In Italia si è oramai perso il conto delle centrali a gas. Sono certamente più di 100 (CENTO). Le saracinesche che si sono più volte abbassate sulle forniture russe hanno messo più volte a dura prova il sistema energetico nazionale. Ricordiamo con l’ondata di freddo e neve di qualche giorno fa le centrali a gas ferme e quelle ad olio richiamate a produrre.
Il gas poi è molto caro e circa il 50% di quello utilizzato in Italia viene “divorato” dalle centrali per produrre energia elettrica. Più che uso, abuso solo italiano. Se restiamo senza gas, un intero paese rischia di restare senza energia elettrica perché di centrali a gas se ne sono costruite talmente tante che ora molte sono in grande difficoltà e non sono chiamate a produrre.

Queste centrali vorrebbero, invece, bruciare molto più gas e questo si potrebbe ottenere solo chiudendo le centrali a carbone che producono energia elettrica con maggiore efficienza di costi per gli italiani.
Allora, con la scusa dell’ambiente, certi personaggi attaccano la centrale Enel di Cerano che, non dimentichiamolo, offre lavoro a 1200 (MILLEDUECENTO) famiglie, rispetta le leggi e per l’ambiente ha investito in questi anni 500 (CINQUECENTO) milioni di euro e reso più efficienti i gruppi di produzione. È questo che dovrebbero avere il coraggio di dire questi signori se non fossero spinti da gruppi d’interesse. Se fossero ambientalisti veri, infatti, chiederebbero alle aziende di continuare ad investire per l’ambiente come Enel sta facendo a Cerano. Per l’efficienza degli impianti ambientali, la nostra centrale vengono a visitarla dagli Stati Uniti, dal Nord Europa, dalla Cina.
Insomma, la politica energetica è una cosa seria e complessa che riguarda l’interesse di molte persone e dell’industria nazionale. Non può  essere lasciata in mano a personaggi privi di competenza disposti a chiudere gli occhi di fronte ai veri problemi della nostra città. Certamente non avranno i nostri voti ma neppure quelli della Brindisi che produce.

1 commento:

  1. a parte l'evidenza della vostra posizione, credo che sarebbe più professionale e oggettivamente più apprezzabile mettere sul piatto della bilancia sia pro che contro di questo impianto. per 1200 famiglie che lavorano grazie a quella centrale ce ne sono molte altre che hanno avuto problemi legati all'inquinamento derivante dall'industrializzazione selvaggia avvenuta nel nostro territorio (non considero nemmeno gli aspetti legati alla perdita di quel tratto di costa, bel 15 km). il punto non è il CARBONE, ma chi specula aggirando le regole! spero che chi ha scritto questo vostro articolo sia almento un brindisino. il campanilismo senza confronto e dialogo, in genere, si porta appresso delle defezioni! ecco perchè appoggio le ragioni da voi citate, legate all'occupazione, ma non quelle che ormai hanno fatto diventare la parola "ambientalista" quasi una bestemmia. cerchiamo di essere oggettivi per favore!
    ps: sono una mente indipendente, uno che cerca di pensare con la propria testa.
    Francesco L. (brindisino)

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