giovedì 9 maggio 2013

LE BUGIE DI GREENPEACE E LA RICERCA SPASMODICA DEL 5X1000

Riportiamo di seguito una nota di agenzia ANSA. Greenpeace tace sulla Germania e non si permette di andare mai a protestare in casa tedesca. Perché? A noi del Comitato Energia Ambiente e Territorio di Brindisi questo sembra molto strano.
La Germania produce più del 40% del suo fabbisogno energetico col carbone e la lingite. In più ci sono in costruzione e in progettazione molte nuove centrali che usano questo combustibile fossile. L'Italia invece produce solo il 12% col carbone e non a caso ha bollette molto più alte il che di fatto penalizza cittadini e imprese.
Come mai allora le proteste Greenpeace le fa solo qui da noi e non vanno in Germania? La verità è che i tedeschi li prenderebbero a calci nel sedere perchè non accettano di farsi strumentalizzare. Soprattutto quando c'è di mezzo il benessere della loro nazione. La campagna di Greenpeace contro il carbone serve solo a fare disinformazione e a convincere la gente a sostenerli con cospicue donazioni, altrimenti la farebbero ovunque, anche in Cina. Insomma, mentono sapendo di mentire e lo fanno spudoratamente fregando i soldi ai cittadini due volte: con le donazioni e con le bollette.


09/05/2013 19.48.15
TROPPO USO CARBONE E STOP NUCLEARE MINANO POLITICHE EUROPEE
(ANSA) - BRUXELLES, 9 MAG - La politica energetica della
Germania '' non e' poi cosi' verde come sembra e rispecchia il
fallimento dell' Ue sul fronte dell' emergenza clima''. Fallimento
messo in luce dal recente collasso del prezzo delle quote di CO2
sul mercato europeo delle emissioni (Ets) '' che rende ancora
piu' difficile per aziende e governi giustificare investimenti
in un' economia a basso contenuto di carbonio''. Questo l' allarme
lanciato da un recente studio condotto dall' Oxford Institute for
Energy studies.
Secondo il documento, il tallone d' Achille nel settore energia
per i tedeschi e' la grande dipendenza del carbone, che non
fara' che aggravarsi con la decisione della progressiva uscita
dal nucleare presa dopo l' incidente di Fukushima. 
A questo si aggiunge che la Germania non promuove la nuova
tecnologia della cattura e stoccaggio della CO2 (Ccs) e che il
carbone viene preferito al gas sulla base di una questione di
costo, in evidente contraddizione con l' uso di incentivi
' verdi', molto cari per l' energia rinnovabile. 
La politica energetica della Germania e' giudicata quindi
dall' istituto di Oxford come '' miope e parrocchiale: mina la
posizione dell' Ue sulle questioni del clima, gia' indebolita
dalle carenze del suo sbandierato sistema dello scambio delle
emissioni'', aumentando cosi' la probabilita' di '' un fallimento
globale'' nell' affrontare l' emergenza dei cambiamenti climatici.
(ANSA)

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