giovedì 30 maggio 2013

I MORTI DI GREENPEACE SERVONO A FARE RACCOLTA FONDI

Citiamo un estratto di un'intervista rilasciata dal professor Assennato a Repubblica un po' di tempo fa ma quanto mai attuale. Assennato è il direttore di ARPA Puglia e parla dei dati citati da Greenpeace che con il suo splendido algoritmo attribuisce morti a vanvera alla centrale di Brindisi. 


Citiamo testualmente: 
Giornalista: "Professore, è notizia di due giorni fa la sortita di Greenpeace contro l'aria di Brindisi e la nuova guerra tra operai e ambientalisti. Siamo tornati indietro di dieci anni?" 
Professor Assennato: "No. Sarebbe davvero ingeneroso. Le cose sono cambiate nella percezione del pericolo, che finalmente c'è. E anche nel pericolo stesso. Oggi esistono dati e misurazioni scientifiche che prima erano affidate per lo più alla sola dichiarazione delle aziende. Grazie a quei dati, penso alla diossina, è stato possibile ora mettere delle regole, farle rispettare e migliorare la qualità dell'ambiente costringendo le aziende a investire. Con Taranto abbiamo discusso ora di dati di benzoapirene e pm 10 impensabili sette anni fa. Ora invece sono misure che se vogliono, possono assolutamente raggiungere. Bisogna però gestirli con cura scientifica quei dati. Facciamo l'esempio di Greenpeace e di Brindisi". 
Giornalista: Facciamolo. 
Professor Assennato: "Quei numeri li abbiamo pubblicati noi un anno fa all'incirca. Si tratta di stime che meritano di essere valutate ma non sono altro di più. Il numero di vittime appartengono a un algoritmo automatico che non tiene conto di tutta una serie di fattori, sono privi di contesti e fattori epidemiologici, in pratica non corrispondono a dati reali. Sono un pezzo di una verità, non sono una verità. Piuttosto dovremmo combattere perché si approvi nel più breve tempo possibile una legge che dia la possibilità a Regione ed enti di valutare il danno sanitario correlato agli specifici inquinanti.



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