sabato 9 novembre 2013

GREENPEACE: GLI AMBIENTALISTI DA 1000 EURO AL MINUTO

1.000 euro al minuto, 660.000 euro al giorno di raccolta fondi e ingresso nel business delle rinnovabili con Greenpeace Energy. Questi i numeri di Greenpeace che si riempie le tasche con i quattrini di ignari cittadini e con le donazioni di petrolieri e signori dell’amianto. Greenpeace organizza mostre fotografiche, si disinteressa dei veri problemi ambientali e sceglie le sue campagne solo sulla base della loro remuneratività. L’Italia è il paese europeo in cui si usa meno carbone, circa il 13%, contro il 41% della Germania, il 33% dell’Inghilterra, il 30% della Danimarca, il 40% degli Stati Uniti, il 51% del Giappone, l’80% di Cina e Australia. Tutti paesi che utilizzano anche il nucleare e producono quote di energia molto più alte dell’Italia. Non si capisce perché, se l'obiettivo di Greenpeace è la difesa dell'ambiente e della salute, l'associazione non considera anche le centrali a carbone dei concorrenti di Enel in Italia e all’estero. La campagna di Greenpeace contro Enel riempie le tasche di Greenpeace e prepara il terreno alla sua società elettrica. Crediamo che Greenpeace debba interessarsi ai veri problemi dell'ambiente. In questi giorni l'OMS ha dichiarato l'esistenza di un nesso di causalità tra malattie e inquinamento da traffico veicolare. Greenpeace ignora questi dati, probabilmente non li considera abbastanza remunerativi. Meglio una mostra fotografica sul carbone di una sola società che raccontare la verità ai cittadini. Diversamente non intascherebbe i loro soldi.

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